Nuovo contratto nazionale mantello (CNM): gli edili approvano il risultato delle trattative
Dopo nove tornate di trattative, una manifestazione con 15’000 partecipanti nel mese di giugno nonché giornate di protesta in ottobre e novembre, alle quali hanno preso parte oltre 15’000 lavoratori edili in tutto il Paese, nella notte tra il 28 e il 29 novembre si è giunti a una svolta nelle trattative. Le delegazioni della Società degli impresari costruttori e dei sindacati Unia e Syna hanno infatti trovato un’intesa.
Il nuovo CNM introdurrà semplificazioni nell’organizzazione dell’orario di lavoro e miglioramenti che aumenteranno l’attrattiva del settore. I salari effettivi verranno aumentati di 150 franchi dal 1° gennaio 2023 e i salari minimi di 100 franchi. Diversi argomenti controversi come la limitazione del tempo di lavoro e di viaggio o la migliore protezione in caso di intemperie sono trattati nell’ambito di un gruppo di lavoro congiunto. Il nuovo CNM è valido per tre anni.
I dettagli sono illustrati qui: comunicato stampa del 29 novembre
Risultato di intense trattative
Il risultato è frutto di intense trattative, durante le quali entrambe le parti hanno dovuto fare qualche concessione. La maggioranza dei delegati sindacali ha approvato oggi il risultato delle trattative in occasione delle rispettive conferenze professionali, sostenendo che un nuovo CNM è nell'interesse dell'intero settore.
Diversi lavoratori edili delegati hanno però espresso anche critiche e incomprensione rispetto al fatto che l’aumento salariale non sia maggiore, in considerazione dell'attuale boom dell'Edilizia e dell’aumento del costo della vita. Molti di loro hanno inoltre sottolineato che la crescente pressione dovuta alle scadenze e ai ritmi di lavoro serrati continua a rappresentare un grosso problema sui cantieri. I lavoratori edili si attendono ulteriori miglioramenti e intendono impegnarsi attivamente in tal senso nell'ambito del citato gruppo di lavoro.
Il 13 gennaio 2023, l’assemblea delle/dei delegate/i della Società svizzera degli impresari costruttori metterà al voto il risultato negoziale, dopodiché si saprà con certezza se il settore dell’Edilizia potrà contare su una soluzione negoziale e su un nuovo CNM 2023-2025.
Se i lavoratori edili avessero respinto il risultato negoziale o se lo facessero gli impresari costruttori il prossimo mese di gennaio, a partire da quel momento si entrerebbe in una situazione di vuoto contrattuale. I salari minimi e le condizioni di lavoro minime non sarebbero più regolamentati, il finanziamento del perfezionamento professionale non sarebbe più garantito e verrebbe a cadere il principio della pace del lavoro.
Comunicato stampa congiunto dei sindacati Unia e Syna