«Cultura della partecipazione»: il Canton Vaud dà il buon esempio
In Svizzera vivono 900‘000 persone che potrebbero divenire cittadini svizzeri, perché vivono nel nostro paese da oltre 12 anni. Essi plasmano la nostra società e ne costituiscono una parte importante.
Nell’interesse della società
Dovrebbe pertanto essere nell’interesse di tutti i Cantoni indurre il maggior numero possibile di migranti a divenire cittadini attivi del nostro paese. Per raggiungere questo obiettivo, occorre creare una cultura di partecipazione che segnali ai migranti e alle migranti che sono i benvenuti, che fanno parte della Svizzera e che la loro naturalizzazione è nell’interesse di tutti. Dopo Basilea e Ginevra, l’invito rivolto dal Canton Vaud ai suoi abitanti è un segnale importante ed incoraggiante.
Offensiva di Unia per la naturalizzazione
Il sindacato Unia si augura che altri governi cantonali seguano il loro esempio. Dal canto suo, sta preparando una campagna, insieme all’Unione sindacale svizzera, per invitare i/le migranti che vivono già da molti anni in Svizzera a fare domanda di naturalizzazione. Al contempo, Unia s’impegna per una riduzione degli ostacoli amministrativi e politici in tal senso. Poiché è solo grazie alla naturalizzazione che i/le migranti possono esercitare i propri diritti politici e partecipare attivamente alla società.
Il Consiglio federale approva le iniziative dei Cantoni
Anche il Consiglio federale, in risposta ad un’interpellanza presentata dal Consigliere agli Stati Paul Rechsteiner alla fine di maggio, si è espresso a favore di un atteggiamento di apertura da parte dei Cantoni. «Il Consiglio federale nutre un interesse generale a che tutte le persone che vivono nel nostro Paese si sentano legate alla Svizzera e alle sue istituzioni», scrive nella sua risposta. Egli «vede di buon occhio che le competenti autorità comunali, cantonali e federali informino la popolazione straniera in merito alla possibilità di acquisire la cittadinanza svizzera».