Depositata l’iniziativa per multinazionali responsabili
Carburanti tossici per l’Africa, lavoro minorile nelle piantagioni di cacao, distruzione dell’ambiente ad opera di compagnie minerarie – gli impatti negativi delle attività internazionali dei gruppi svizzeri finiscono regolarmente sulle prime pagine dei giornali. Tuttavia, il Consiglio federale e il Parlamento rifiutano di imporre disposizioni vincolanti volte a garantire il rispetto dei diritti umani e delle prescrizioni in materia ambientale. Si tratterebbe invece di una misura particolarmente necessaria soprattutto in Svizzera, in quanto sede di un elevato numero di gruppi multinazionali.
Obbligo di diligenza invece che autoregolazione volontaria
L’iniziativa per multinazionali responsabili, che è stata depositata oggi con 120‘000 firme, interviene proprio su questo aspetto. Essa esige l’introduzione di un obbligo di diligenza vincolante per tutte le imprese con sede in Svizzera. Queste ultime dovrebbero pertanto esaminare in dettaglio le loro relazioni d’affari e assicurare che esse non violino i diritti umani e le prescrizioni in materia di ambiente. Tale obbligo di diligenza si ispira alle Linee guida dell’ONU relative alle imprese e ai diritti umani, adottate nel 2011. Esse prevedono che ogni gruppo debba esaminare le proprie attività e relazioni d’affari, al fine di identificare possibili rischi per le persone e l’ambiente e adottare le misure opportune.
Effetto preventivo
I gruppi con sede in Svizzera devono anche rispondere per le violazioni dei diritti umani o per danni ambientali commessi dalle società che essi controllano. Se un’impresa è in grado di comprovare in maniera credibile di aver esercitato il suo dovere di diligenza e di aver adottato tutte le misure del caso, è esonerata dalla responsabilità. L’iniziativa ha pertanto un effetto preventivo e costituisce un forte incentivo per le imprese ad intraprendere quanto è in loro potere per non violare i diritti umani e le prescrizioni in materia ambientale.