Le FFS e la Posta si rendono complici della violazione della legge perpetrata da Uber
Il modello d’affari di Uber si fonda sull’aggiramento della legge. Il gruppo non riconosce i suoi dipendenti in quanto tali, nega loro ogni diritto di lavoratori e rifiuta di versare i contributi dovuti alle assicurazioni sociali. E questo nonostante istituzioni come la SUVA e l’Istituto delle assicurazioni sociali di Zurigo (SVA) considerino Uber un datore di lavoro a tutti gli effetti. Inoltre Uber, servendosi di un sotterfugio che costringe gli autisti ad una pseudo-indipendenza, evita di pagare l’imposta sul valore aggiunto. Diversi autisti di Uber sono inoltre già stati segnalati dalla polizia e condannati per infrazioni dell’Ordinanza sull’ammissione alla circolazione (OAC) e dell’Ordinanza sulla durata del lavoro e del riposo (OLR 2).
Complici della violazione della legge
Di fronte a queste circostanze, l’integrazione dei servizi Uber nelle applicazioni mobili di imprese parastatali è scandalosa. «Le FFS e la Posta si rendono complici di una violazione della legge», sostiene la presidente di Unia Vania Alleva, aggiungendo che il modello Uber inganna allo stesso modo lo Stato, i dipendenti e i clienti. Daniel Münger, responsabile del settore Logistica di syndicom, mette in guardia dai pericoli provocati da un consolidamento del modello Uber: «Uber intasca i profitti e fa ricadere l’intero rischio sugli autisti, a scapito delle condizioni di lavoro». I sindacati Unia, SEV e syndicom esigono l’immediata cessazione di ogni collaborazione con un servizio di trasporti che ricorre a metodi di dumping.
Mobilità futura senza dumping
Rientra tra i compiti delle FFS e della Posta sviluppare nuove visioni sulla mobilità futura. «Ma se il dumping sociale praticato da Uber è il prezzo che dobbiamo pagare per la mobilità futura, allora preferiamo rinunciarvi!» dichiara il presidente del SEV, Giorgio Tuti. Un partenariato con un’impresa che elude la legge e rifiuta di collaborare con le autorità nuoce all’immagine delle FFS e della Posta ed è tutt’altro che visionario. Esso deteriora le condizioni di lavoro e avvelena il partenariato sociale in Svizzera.
Protesta di fronte alle sedi principali delle FFS e della Posta
I sindacati hanno espresso la loro indignazione con un’azione di protesta di fronte alle sedi principali delle FFS e della Posta a Berna. La mattina presto si è inoltre svolta un’azione di volantinaggio in otto stazioni ferroviarie svizzere, volta ad attirare l’attenzione sull’inopportuna collaborazione delle imprese parastatali. All’azione hanno preso parte anche numerosi tassisti, pronti a difendersi contro la concorrenza sleale di Uber.