Novità sulla registrazione dell’orario di lavoro

L’orario di lavoro è conteggiato in modo giusto? Per sfatare ogni dubbio Unia adesso offre a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori un servizio d’informazione gratuito. Si tratta di uno strumento molto importante, visto che quanto prima il Consiglio federale fisserà nuove regole sui controlli delle ore lavorate.

C’è voluto l’anno scorso il coinvolgimento del consigliere federale Johann Schneider-Ammann per impedire che passasse la richiesta padronale, avanzata in primo luogo da banche e assicurazioni, di abolire l’obbligo del controllo degli orari di lavoro. Quest’ultimo è fissato nella legge sul lavoro ormai dagli anni ’60 e per i sindacati è uno strumento molto importante. «Permette infatti di proteggere la salute di chi lavora, di lottare contro lo stress e far in modo che tutta l’attività svolta sia anche retribuita», afferma la sindacalista di Unia Natalie Imboden, responsabile del nuovo progetto.

Aumenta lo stress

Il mondo del lavoro però cambia e sempre più persone esercitano la loro professione da casa o solo secondo obiettivi, quindi quello che conta è il risultato ottenutonon il tempo che hanno impiegato. Ciò può sembrare attraente, ma da sondaggi effettuati sull’orario di lavoro risulta che chi ha un orario flessibile tende a lavorare più di quanto previsto nel contratto. Aumenta quindi lo stress. «Non a caso negli ultimi anni sono aumentati i casi di burnouts», aggiunge preoccupata la sindacalista. Tenendo conto anche di questi nuovi tipi di lavoro il governo ha annunciato che dal primo gennaio prossimo intende rendere le disposizioni sulla registrazione dell’orario lavorato meno restrittive per certe categorie di dipendenti. Per questo sarà presto adeguata la relativa ordinanza. In base al compromesso che le partiti sociali hanno raggiunto l’anno scorso, per essere esentati dall’obbligo di registrare l’orario di lavoro dovrà essere rispettate tutta una serie di condizioni, rileva Imboden. Il dipendente dovrà disporre di una forte autonomia nel decidere come e quando lavorare, percepire un reddito di almeno 120’000 franchi lordi all’anno (bonus compresi) e firmare un accordo dove rinuncia alla registrazione dell’orario. «Ciò dovrà essere contemplato in un Contratto collettivo di lavoro negoziato con il sindacato. L’accordo deve contenere chiare misure di protezione della salute», aggiunge.

Non li lasciamo soli

Il tema è rimbalzato anche alla recente conferenza dei lavoratori MEM di Unia. La novità potrebbe infatti riguardare lavoratori di questo settore, come pure quelli della chimica e dei servizi. «Noi siamo il principale sindacato in Svizzera e non vogliamo lasciare soli i nostri associati, ma neanche tutti gli altri lavoratori proprio in questo delicato momento», afferma Imboden spiegando le ragioni che hanno spinto Unia a creare il nuovo servizio informativo. Il progetto che ha preso avvio questa settimana avrà per il momento la durata di due anni. «Abbiamo previsto un’assistenza in tedesco e francese. La gente potrà rivolgersi a noi per telefono o via email. Ma se qualcuno ci invierà delle domande in italiano risponderemo», assicura la sindacalista. Da notare che sulla pagina di Unia.ch in italiano è disponibile una documentazione dettagliata sulla problematica.

Informazione a tappeto

Con questo servizio il sindacato vuole non solo informare sui rischi per la salute di certe forme di lavoro, ma anche capire quante persone sono direttamente interessate e se tutte le regole previste dalla nuova ordinanza sono rispettate. Il servizio sarà adesso popolarizzato con inserzioni nei giornali, manifesti e volantinaggi nelle grandi stazioni ferroviarie. Anche i segretariati di Unia disporranno del materiale necessario. I primi «clienti» si stanno già facendo avanti con domande concrete. Più saranno, più capiremo la situazione e sapremo come reagire, conclude Imboden.

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Tel. 0848 240 240 dal lunedì al giovedì
dalle 10.00 alle 13.00 e il martedì anche
dalle 15.00 alle 18.00, in francese e tedesco.