1° maggio: «Più salario. Più rendita. Parità adesso!»
Invece di raggiungere nuovi traguardi, negli ultimi anni abbiamo fatto passi indietro nei salari, nelle rendite e nella ripartizione del lavoro retribuito e non retribuito.
Per una società più equa
La popolazione ha sempre meno di cui vivere. I prezzi, i premi delle casse malati e gli affitti aumentano, ma i salari segnano il passo e le rendite sono destinate a diminuire ulteriormente. La discriminazione salariale è ancora significativa. La conciliazione tra lavoro e vita privata resta un difficile esercizio di equilibrismo. Le donne continuano a essere discriminate anche dopo il pensionamento: per molte di loro le rendite basse, che non bastano per vivere, sono all’ordine del giorno.
- Vania Alleva (Presidente di Unia): «Il 1° maggio è la giornata di lotta per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e per la giustizia sociale. Queste lotte sono più necessarie che mai perché i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sono sotto pressione. Non solo: la giustizia sociale non ci viene regalata. Al contrario, i regali vengono fatti solo ai super-ricchi e ai gruppi aziendali. I borghesi e i datori di lavoro non hanno intenzione di trovare le risorse per le persone che fanno funzionare il Paese e hanno lavorato sodo per tutta la vita».
- Véronique Polito (Vicepresidente di Unia, responsabile del settore Terziario): «Avevamo applaudito le donne nelle "professioni rilevanti per i sistemi", chiedendo di riconoscere e rivalutare questi lavori. I lavori invisibili erano finalmente diventati visibili. Ma invece dell’atteso aumento salariale, subito dopo è arrivato l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne. Uno schiaffo in faccia! E subito dopo ne è seguito un altro: dopo l’AVS 21 è arrivata l’LPP 21, la riforma del secondo pilastro. Il principio è semplice: "pagare di più e guadagnare di meno!". Anche per questo c’è bisogno dello sciopero delle donne: ci vediamo il 14 giugno!»
- Nico Lutz (Membro del comitato direttore di Unia, responsabile del settore Edilizia): «Per tanti lavoratori e tante lavoratrici della Svizzera, soprattutto con lavori malpagati, quest’anno sarà durissima. Eppure già nel 2022 hanno subito una perdita dei salari reali di circa il 2%. Ecco perché urgono aumenti salariali sostanziali!». Non solo: «nel 2° pilastro tutti noi paghiamo sempre di più e in cambio riceviamo sempre di meno. E con l’età la vita non diventa più economica. Nessun pensionato può presentarsi a una cassa Coop riuscendo a pagare meno un articolo solo perché la sua cassa pensioni gli ha ridotto la rendita. Ecco perché le rendite devono migliorare, non peggiorare!».
- Bruna Campanello (Membro del comitato direttore di Unia, responsabile del settore Artigianato): «Dopo undici anni di blocco dei salari è tempo di rivalutare le professioni dei rami affini all’edilizia della Svizzera romanda. È una questione di necessità, ma anche di rispetto per le lavoratrici e i lavoratori, la cui rabbia è comprensibile».