8 marzo: giornata internazionale della donna – ma di riconoscimenti per le donne, nemmeno l’ombra. Le parlamentari e i parlamentari borghesi attuano la propria politica di gestione della pandemia a spese delle donne, con ripetuti tentativi di liberalizzare gli orari di apertura dei negozi e innalzare l’età pensionabile femminile. In questo modo sferrano un attacco frontale alle condizioni di lavoro e di vita femminili, peraltro già molto precarie.
Dicono «no» alle indennità per lavoro ridotto al 100% e in tal modo danneggiano proprio coloro che già in tempi normali percepiscono salari bassi e faticano ad arrivare a fine mese, ovvero in particolare le donne e i migranti.
Nonostante la pandemia, anche quest’anno le donne Unia si sono mobilitate attivamente, ovviamente nel pieno rispetto delle norme di sicurezza contro il coronavirus: a Neuchâtel, di concerto con il collettivo dello sciopero delle donne, è prevista l’inaugurazione di una vetrina sulla parità di genere, a Lucerna si terrà una manifestazione a favore dei diritti delle donne e in tutta la Svizzera è attesa una mobilitazione generale contro un ulteriore aumento del lavoro domenicale.
Unia raccoglie inoltre le firme per l’iniziativa AVSx13. Perché una 13esima rendita AVS va a vantaggio di tutti, ma in particolar modo delle donne. I sindacati hanno inoltre organizzato una settimana di formazione femminista online.
30 anni dopo il primo sciopero delle donne del 1991 e due anni dopo il memorabile sciopero delle donne del 2019, anche quest’anno il 14 giugno Unia scenderà di nuovo in piazza. Perché proprio l’anno che si è da poco concluso ha reso evidente che senza femminismo le cose non funzionano!
In occasione di un incontro online, lo scorso gennaio circa 500 femministe e femministi, tra cui anche rappresentanti di Unia, hanno deciso di indire una giornata di azione e di sciopero delle donne.